“In Burundi, un bambino orfano sia di madre che di padre vive da schiavo; deve andare a prendere l’acqua a chilometri di distanza, viene fatto lavorare nelle piantagioni o mandato a spaccare massi che servono per le costruzioni, così che a 4, 5 anni, ha già le mani piagate. Quando riceve un’adozione a distanza, invece, con quella somma può andare a scuola, mangia lui e tutti quelli che vivono in casa. E sa che dall’altra parte del mondo c’è qualcuno che gli vuole bene, che si interessa a lui. Sa che per qualcuno esiste”. Giovanna Armellini dell’associazione “Valeria Tonna-Caritas” confessa che dopo anni di viaggi in Burundi il suo più grande rammarico è di non emozionarsi come una volta. Ma sa ancora indignarsi per le in-giustizie che la popolazione subisce – “ormai i cinesi hanno comprato tutto, i campi non vengono affittati alla gente del posto, che viene sfruttata per lavorarci” – e per il silenzio dei media su questa e su altre zone dell’Africa.
Con il bambino, si aiuta la comunità. L’8 ottobre partirà alla volta di Kamenge, dove ha sede la Fondazione San Filippo Neri nata dal missionario saveriano padre Luigino Vitella, 90 anni, e formata da giovani famiglie cresciute con lui. Partito da Piacenza nel 1971 dall’allora convento saveriano di Stradone Farnese, a contatto con la realtà burundese ha dato vita a un progetto di adozione particolare, che continua tuttora. L’obiettivo è mantenere gli orfani nel villaggio, senza staccarli dalle loro radici e dal loro ambiente. Vengono affidati a famiglie che si impegnano a mandarli a scuola e ad averne cura come fossero figli propri.
Il sostegno che arriva tramite l’adozione a distanza serve al bambino, ma pure a tutta la famiglia, anzi, a tutto il villaggio, perché c’è anche l’impegno ad investire una parte della somma in progetti a beneficio dell’intera comunità.
Dall’Italia, a fare da ponte con Kamenge ci sono da sempre gli amici di padre Luigino, tra cui, a Piacenza, i volontari dell’associazione “Valeria Tonna-Caritas”. Giovanna Armellini fino al 22 ottobre, insieme a Jasmine Pezza e Carmine Di Fraia – studentessa in biologia a Parma lei, di medicina in inglese a Piacenza lui, al secondo viaggio in Burundi – passerà le giornate, dalle 6 del mattino alle 6 di sera, sulle strade sterrate del piccolo Stato africano per raggiungere i villaggi, inclusi i più isolati. Monitorerà la situazione degli orfani già adottati e individuerà le nuove necessità. “I bambini li faccio passare ad uno ad uno”, assicura. 974 adozioni, ma i bisogni sono tanti se sembrano già molti 1974 orfani che le famiglie piacentine stanno sostenendo a distanza (bastano 200 euro l’anno), la realtà insegna che i bisogni sono molti di più. Tanti quanti gli orfani di entrambi i genitori – “perché muoiono in un incidente, di Aids o perché sono figli di ragazzine che li abbandonano”- che finiscono per strada, sfruttati, senza vaccinazioni, esposti alle malattie. “Quando in un villaggio non ti viene incontro nessun bimbo, vuol dire che c’è qualcosa che non va – racconta Armellini – L’ultima volta è successo a Ngara: ho trovato bimbi che per sfamarsi succhiavano canna da zucchero, denutriti, malati, la testa cresciuta a dismisura per i parassiti. Le situazioni più urgenti le metto in cima alla lista”. Il copione si ripete a ogni tappa. Il parroco o la catechista radunano i bambini nel salone. “Portiamo dei palloncini che gonfiamo con delle pompette: i bambini, quando capiscono che è un gioco, dal timore passano alla gioia. È un primo passo per conquistarne la fiducia. A chi ha la maglietta strappata – spesso ha solo quella, senza nemmeno i calzoncini sotto – diamo una maglietta nuova, pulita, e restituiamo quella che avevano. I loro occhi si riempiono di felicità: tu regali qualcosa a me?” Il Burundi rimane nel cuore. “Tutti dovrebbero venire: quando si vede con i propri occhi – chiosa Giovanna – non si può più far finta di niente”
Al San Matteo uno spettacolo per sostenerli. La compagnia teatrale “Quarta Parete” sabato 4 ottobre alle ore 20.30 mette in scena al teatro San Matteo a Piacenza “Una storia fortunata”,spettacolo che parla di cura della persona e delle fragilità e di attenzione all’ambiente. La regia è di Tino Rossi.. Le offerte raccolte nella serata saranno devolute all’associazione “Valeria Tonna-Caritas” per i progetti in Burundi.
IL 28 SETTEMBRE INCONTRO A CALENDASCO. Inoltre, si parlerà di Burundi domenica 28 settembre al Festival Transitare a Calendasco. Alle ore 16.30 nel cortile del castello “Sguardi sull’Africa”: porteranno la loro esperienza la famiglia Righi-Vincini per il Burundi e tre studentesse della Cattolica che con Africa Mission ad agosto sono state in Uganda
Barbara Sartori




