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catastrofe in Burundi

13-02-2014  |  Pubblicato da Mario Iadanza

 
       

SPERANZA DOPO LA CATASTROFE IN UN PAESE DIMENTICATO

 

In uno dei paesi più incantevoli dell’Africa, proprio nel cuore dell’Africa, paese dalle mille verdi colline, chiamato anche la piccola Svizzera dell’Africa, proprio qui si è consumata un’altra catastrofe. E’ il Burundi.

Già non bastavano i 40 anni di guerre fratricide che hanno insanguinato queste belle colline. Domenica sera, 10 Febbraio , un nubifragio , dalle estremità del lago Tanganyika  ha attraversato per circa 30 km i quartieri di Muberure , di Butere , di Kamenge e Kinama  per fare gli ultimi 13 morti a nord-est della capitale di Bujumbura, Comune di Isale.  E’ stata una valanga d’acqua che in tre ore ha spazzato via tutto: persone, case, alberi, spezzando strade e tutto quello che trovava sul suo corso. A Kamenge e Kinama, nord-est della capitale, i morti sono 71, tra cui due famiglie dei nostri orfani. Qualcuno mi dice di avere visto una famiglia intera,  mamma con 6 bambini, travolta dalla piena delle acque. La grande pianura di Buterere, nella zona dell ‘aeroporto, è stata invasa dalle acque che, salendo piano piano, hanno permesso alla gente di fuggire, salvo una decina di morti annegati. Il grave danno qui è rappresentato da  2.991 abitazioni  fatte con blocchi di fango seccati al sole che  si sono sciolti nell’acqua, ritornando fango. Mentre più a nord-est, 661 abitazioni sono state letteralmente distrutte. Chi vedesse una foto,  vede una piana di fango senza più la minima traccia di case. Oggi sono andato a Gatunguru, nord-est della capitale, a incontrare 40 famiglie che hanno perso tutto: casa, pentole, vestiti, letto. La sera prima avevano ricevuto qualche biscotto,stasera riceveranno dalla Parrocchia un po’ di riso e fagioli che cuoceranno con pezzi di legno rimasti dall‘alluvione. Dormiranno una parte in una sala e gli altri all’aperto sotto le tettoie. Per la ricostruzione non se ne parla ancora. Un segno è apparso all’orizzonte. Un amico personale, nonostante le crisi nei paesi d’Europa e in Italia, mi ha già scritto che la sua famiglia vuole partecipare alla ricostruzione per 2-3 famiglie delle 40 che ho visitato. Speriamo che altri si aggiungano, nonostante le tante difficoltà che tutti hanno.

Padre Luigi VITELLA

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